Questi aneddoti sono sforzi nati dalla compassione: l’intento è permettere alla tua attenzione di soffermarsi sulla realtà del tuo mondo interiore, inspiegabile e inesprimibile. Lo Zen vi tratta come fiori di loto: dovete aprirvi al cielo, alle stelle.
Nel vostro aprirvi consiste la vostra libertà, nel vostro aprirvi dimora la vostra dignità, nel vostro schiudervi si trova il vostro splendore.
La mente è un servo ed è diventata il padrone.
In quanto computer è ottima, è un miracolo della biologia, ma non è affatto il padrone. Tu hai totalmente dimenticato il padrone e, in sua assenza, il servo è diventato il padrone: risvegliati al trascendente, a ciò che dimora in te!
Esci dalla tua mente per vedere chi sei, in cosa consiste la tua dimensione, allorché la mente non è presente. E all’improvviso scoprirai come hai vissuto finora, in uno stato di assoluto ribaltamento: il padrone è praticamente assente e il servo è diventato il padrone!
Questo intero universo ci appartiene e tutte le dimensioni sono nostre. Ovunque la tua natura originale ti porti, ovunque ti conduca la tua spontaneità, quella è la nostra casa.
Lo Zen rende questa intera esistenza la nostra casa…»
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